Brano: [...]agna, occorrono urgenti rinforzi ».

Speranzosi di ricevere al più presto i rinforzi, i fascisti chiusi nei bunker cominciarono a intonare gli inni del regime. I partigiani risposero con le loro canzoni. Col passare delle ore la situazione divenne sempre più tesa, ma nonostante che i guastatori continuassero a calare nella canna fumaria nuove cariche di esplosivo e bombe a mano, non fu possibile abbattere la robusta muratura dell 'edificio.

Il garibaldino Giuseppe Bestetti che, appostato sul campanile, fin dall’inizio del combattimento aveva tenuto sotto il fuoco della sua mitraglia

trice le feritoie dei bunker, venne gravemente colpito aH’addome. Soccorso dai compagni, rifiutò di abbandonare il suo posto e si spense di lì a poco, colpito una seconda volta mentre sparava la sua ultima raffica. Colpito al braccio e alla mano sinistra fu Edgardo Tosetti, comandante del reparto d’assalto, e più tardi venne ferito al braccio anche il partigiano Dolfin.

Alle 9,30, per mezzo di una staffetta, il comandante del II Battaglione attestato sulle co[...]

Brano: Pigna, Battaglia di

assordanti colpi di mortaio. Il garibaldino Matteotti che, rimasto sommerso con i suoi uomini e con quelli di Rocchetta Nervina dai tedeschi avanzanti, non aveva fatto in tempo a raggiungere la posizione che gli era stata assegnata, riesce ugualmente a porsi in salvo.

I mortai nemici picchiano sempre più duro. Ora agli uomini di Garibaldi non rimangono che pochi minuti per mettersi in salvo.

II comandante ordina ai compagni di percorrere di corsa i cento metri in ripidissima salita che li dividono dalla sommità della collina, per sganciarsi dal nemico. Sono cento metri difficilissimi, il pietrame sgretolato rallenta la corsa ment[...]

Brano: [...]quando vennero avvisati che la strada nazionale n. 28 (ImperiaGaressio) era libera, si ritirarono dalle posizioni occupate, l’attraversarono di corsa e giunsero ad Aurico. Alcuni giorni dopo, Radio Londra dette a tutti gli italiani la notizia dell'audace azione che si era conclusa con pieno successo. Vi avevano partecipato, oltre ai due Semeria, i partigiani Bacistrasse, Fulmine, Inglese, Patos, Bibì, Negus, Parié, Tarzan, Furia, Messina, Barbé. Il garibaldino Carlo Montagna [Milan), che nell’azione aveva sostenuto la parte del finto prigioniero da rinchiudere in carcere, divenne poi il valoroso comandante della IV Brigata e cadde in combattimento in vai Prino

il 17.1.1945.

F.Bi.

Imperialismo

In senso storico e generico, tendenza di uno stato all’espansione e al potenziamento della propria sovranità mediante conquiste territoriali e sottomissione di popolazioni. Sorto nell’antichità con gli imperi persiano, assirobabilonese, macedone, romano, e continuato nel medio evo con il Sacro Romano Impero, con l’impero mongolo, l’arabo e l’ottoma[...]

Brano: [...].). Alla stessa battaglia partecipò un Battaglione catalano al comando del maggiore Fausto Nitti.

Poco prima che avesse inizio lo scontro, cadde, mentre perlustrava le linee, il comandante della XII Brigata Internazionale, lo scrittore ungherese Mata Zalka (generale Lukacs). Il commissario politico di divisione Gustav Regler (uno scrittore tedesco), l’autista e un altro ufficiale che erano nella stessa macchina, rimasero gravemente feriti.

Il garibaldino Giacomo Caiandrone, partecipante alla battaglia di Huesca, ha scritto in proposito: « Noi dobbiamo assaltare i paesetti di Chimillas e Do Alerre, molto fortificati, che costituiscono l'estrema difesa di Huesca, giungere alla strada nazionale

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Brano: [...]parte lo stesso capitano Langen e il comandante di brigata Brasi, salì contemporaneamente sul Monte Torezzo per farvi cessare il combattimento ancora in corso; giunta alle

23 sul campo di battaglia, trovò i fascisti intenti a raccogliere i loro morti e non ebbe difficoltà a convincerli a rientrare a Bergamo. Portata a termine questa missione, i partigiani tornarono a Fonteno, passando per le proprie postazioni. Non avevano avuto nessun morto. Il garibaldino Yanez, ferito al ventre da una pallottola di mitragliatrice, fu trasportato all’ospedale di Bergamo, secondo l'accordo di poter curare i feriti, stabilito con il capitano Langen. I tedeschi prigionieri erano una cinquantina e tutto il loro armamento passò ai partigiani. Un civile [Giacomo Vitali) era stato ucciso dai tedeschi e un altro (Valentino Pedretti) aveva perduto la vita in seguito alla scoppio di un serbatoio di benzina. All’indomanr (1 settembre) i tedeschi disarmati e con il loro comandante in testa lasciarono Fonteno.

La rappresaglia fascista

I fascisti non si diedero per vi[...]